Stasera, Domenica 5 settembre alle 21 al Castello
dell’Imperatore, la proiezione del film-documentario “L’occhio di vetro” di
Duccio Chiarini. Racconto di un viaggio nel tempo e nella memoria.
Introduce Matteo Mazzoni, direttore ISRT.
PARTECIPATE NUMEROSI
L'occhio di vetro è la versione cinematografica italiana
del graphic novel tedesco-americano "Heimat" di Nora Krug (Einaudi
Stile libero): un percorso di analisi che affronta le domande irrisolte di una
famiglia e prova a cercare risposte per una nazione intera. Là è la vicenda di
una famiglia forse complice del regime nazista; qui l'adesione al fascismo e
alla Repubblica di Salò da parte di uomini e donne che nascosero poi in decenni
di reticenze e silenzi il loro disappunto o il loro dolore.
La storia dei pisani Razzini, ramo materno della famiglia
di Duccio Chiarini, è la storia di un Paese che non hai mai completamente fatto
i conti col passato e che in nome della serenità e dell'affetto ha preferito
tacere sia il peso di una sconfitta, sia la rivalsa di chi finì per prevalere.
Sincero, curioso, amorevole, fragile nonostante il fisico
da omone, Chiarini rende pubblico un tormento che lo anima fin
dall'adolescenza, da quando per la prima volta venne a conoscenza del legame
dei bisnonni, dei nonni e del prozio con la parola "fascista": chiede
difficili spiegazioni ai testimoni ancora in vita; raccoglie fotografie e
documenti; parte coi genitori alla volta del Lago di Garda e del Lago di Iseo,
dove durante gli ultimi anni di guerra vissero rispettivamente la parte di
famiglia convinta sostenitrice del Duce e la parte che aderì invece alla guerra
partigiana (un altro prozio di Chiarini, Giorgio Piovani, fu poi scrittore
premio Viareggio e senatore del PCI).