martedì 8 maggio 2018

VENERDI' 11 MAGGIO - EUZKADI, LA NAZIONALE DELLA LIBERTA'

Carissimi, siete invitati a partecipare alla presentazione del libro di Edoardo Molinelli:

 "EUZKADI, LA NAZIONALE DELLA LIBERTA'- Una storia di calcio e di resistenza

VENERDI' 11 MAGGIO alle ore 21 presso il Circolo ARCI "G. Rossi" di Vaiano

Intervengono l'autore Edoardo Molinelli, Fabio Bracci (sociologo ),
 Massimo Cervelli ( storico del calcio ).

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giovedì 3 maggio 2018

9 MAGGIO - Presentazione del libro "IL PREMIO LETTERARIO PRATO 1948-1990"

Mercoledì 9 Maggio alle ore 17,00 presso la Sala Lettura della biblioteca Roncioniana - Piazza San Francesco 27 a Prato, siete tutti invitati alla presentazione del libro di Alessandro BICCI :

"IL PREMIO LETTERARIO PRATO 1948-1990".

Intervengono Umberto CECCHI , Giornalista, Chiara RECCHIA, Presidente Associazione "Il Castello".

Sarà presente l'autore.




Che cosa è stato il premio Prato? Certamente una delle manifestazioni culturali di maggiore risalto per la città Nacque nel 1948, soprattutto a opera di Lemno Vannini che fu segretario della rassegna letteraria fino al 1976, curando aspetti come la formulazione del bando di concorso e la composizione di una giuria di alto livello Fu così che Sibilla Aleramo, Franco Antonicelli, Piero Jahier, Piero Calamandrei, Geno Pampaloni, Mario Tobino, Arrigo Benedetti, Salvatore Quasimodo, Luigi Baldacci furono fra i prestigiosi nomi che ne fecero parte La notorietà dell'iniziativa arrivò con i primi anni sessanta, con riconoscimenti attribuiti a scrittori allora emergenti come Beppe Fenoglio e Leonardo Sciascia

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mercoledì 2 maggio 2018

8 MAGGIO - FELICIA "FRAMMENTI DI FELICIA IMPASTATO"


L'ANPI di Prato, è lieta di invitarvi Martedì 8 Maggio alle ore 21 presso il Teatro G. D'Annunzio - Convitto Cicognini - Piazza del Collegio, 13 allo spettacolo musico teatrale :

FELICIA ( Frammenti di Felicia Impastato )

UNO SPETTACOLO TEATRALE PER RIPERCORRERE LA STORIA DI UNA DONNA CHE HA COMBATTUTO PER LA GIUSTIZIA E CONTRO LA MAFIA.

Da un’idea di Teodora Mastrototaro, scritto e interpretato da Teodora Mastrototaro, adattamento dei testi alla scena teatrale, regia e costumi di Olga Mascolo, disegno del suono, campionature e sonorizzazioni di Daniele Vergni.

Felicia (Frammenti di Felicia Impastato) è un sentiero a tappe, un percorso intimo e dalle atmosfere chiaroscurali di cui Felicia Bartolotta, madre di Peppino Impastato ucciso a trent’anni in un attentato di mafia, è la protagonista. Felicia è una donna semplice, siciliana, che il pubblico incontra nella sua vita di tutti i giorni, in un presente che potrebbe avvicinarsi ai giorni nostri, all’hic et nunc in cui il suo parlare si manifesta. 

La incontriamo in un tempo immobile: sospesa tra i ricordi del proprio passato e quei momenti in cui la vita era pulsante, speranzosa, combattiva. Nell’incalzante insostenibilità dell’assenza, di ciò che si è perso – suo figlio – i ricordi si mescolano a riflessioni sulla mafia, sino a raggiungere un livello di straniamento dato da tutte le imposizioni che una donna, oppressa dal proprio marito e dalle convinzioni della società in cui vive, deve sopportare. I livelli si sovrappongono e come in un prisma l’immagine di Felicia si moltiplica nella donna che deve agire sulla scena, l’attrice, la donna che deve necessariamente essere madre, la generatrice, la donna che deve muoversi “a comando”, la bambola-automa, la teste, l’imputata, la donna che reagisce e testimonia con la propria vita la verità. Il gioco di scissione dei differenti profili di una stessa donna si amplifica sino a creare Frammenti di Felicia Impastato. L’attrice è autrice di se stessa e parla liberamente, facendo sentire la propria voce, il proprio pensiero; la madre si riconosce nella scrofa rinchiusa in un allevamento intensivo, in cui l’unico scopo della propria vita è produrre incessantemente prole. La moglie scoperchia le proprie verità nascoste e come aprendo un vaso di Pandora, mette fuori la propria avversione per la Mafia. La donna a lutto lascia vedere il bagliore del proprio dolore che la lega all’amore per il figlio perduto. Tutto si frammenta: il testo, il gioco teatrale, la messa in scena, il linguaggio meta-teatrale e il presente reale, per ricomporsi in un ultimo addio finale.

Felicia (Frammenti di Felicia Impastato) ripercorre aspetti salienti della propria vita fotografando il proprio territorio d’origine. Il passato, la famiglia, la Mafia e i figli irrompono come paesaggi emotivi nel territorio desolato che la donna ripercorre. La forza della poesia ricompone le semplici parole aprendo scenari altri.

È la terra bruciata della Sicilia con i suoi odori e le processioni che scontorna un racconto composto in parte in prosa in parte in versi. Il vissuto della protagonista si rifrange in molteplici voci. La parola poetica guida la voce, la direziona e il fiato carnalmente si fa urlo, soffio, sospiro, amarezza in cui il dolore diviene denuncia e riscatto. La donna usa un vocabolario domestico, quotidiano e semplice producendo significati altri che avvicinano la prosa alla poesia sino a raggiungere allegorie di denuncia, riguardanti la propria vita, la vita di una donna circondata dalla mafia. La Sicilia diventa un luogo non più tipico ma un terreno di crescita che si apre alle generazioni presenti e future lasciando in dono il monito di Felicia: “quando protestate fatelo con la cultura e nuove idee tra le mani”.