Dove eravamo rimasti?
Veniamo da due anni
in cui abbiamo festeggiato mettendo il tricolore alle finestre, cantando l’inno
d’Italia e BELLA CIAO dai balconi, tutti ricordiamo l’immagine del Presidente
Mattarella da solo con la mascherina all'altare della Patria che richiamava :
"I valori della Resistenza”, sottolineando che, “sono la nostra riserva
etica" e ricordando a tutti gli italiani che “ La fine della guerra
"lasciò il posto a quella di cooperazione nella libertà e nella pace e, in
coerenza con quella scelta, pochi anni dopo è nata la Comunità europea. …..”
Voglio ripartire da lì, da quei giorni in cui ci siamo detti
che ne saremmo usciti migliori.
Le cose sembrano essere andate nella direzione opposta;
viene naturale chiedersi cos’è successo?
In questo 25 aprile le memorie, recenti e passate, belle e
brutte, si intrecciano e suscitano
reazioni e sentimenti contrastanti; vi è certo la memoria , quella bella di
questa giornata, alla quale ci dobbiamo aggrappare, che ci deve unire, che
tutti dobbiamo difendere e rispettare, ma che oggi non riesce a scacciare la
memoria l’orrore puro della guerra, che
anche il nostro paese ha vissuto, che ci viene risvegliata dalle scene
sconvolgenti di stragi morte e distruzione a cui assistiamo tutti i giorni.
Non vi sono incertezze di nessun tipo nel riconoscere che
Putin ha preso una decisione scellerata, nell’invadere l’Ucraina e nell’aprire
una guerra di aggressione, con tutti i
suoi orrori . Proprio per questo occorre
unirci nel richiamare tutti al valore
della pace, occorre continuare a
riempire le piazze, come abbiamo visto ieri alla marcia per la pace, dobbiamo
mobilitarci per chiedere che la diplomazia internazionale dimostri la capacità
di aprire tavoli di trattative veri. Vogliamo
sentire la voce della politica,
dov’è l’Europa unita, nata dalla cooperazione nella libertà e nella pace , non
vorremmo continuare a sentire le ragioni delle armi o peggio quelle degli
interessi economici, la guerra è una PAZZIA come ha detto Papa Francesco.
Ancora di più quindi quest’anno, è importante unirci nel
festeggiare il 25 aprile, per quel che
significa per tutti quelli che si riconoscono nei valori della Costituzione.
Il popolo ucraino, come tutti i popoli oggi in guerra, devono
essere salvati da questa pazzia, devono essere accolti, la comunità
internazionale deve assumersi questa
responsabilità; abbiamo invece la
sensazione che questa guerra , come tutte le altre, si avvia ad essere lunga e il timore è quello che allarghi il
suo raggio d’azione e che utilizzi armi innominabili.
Il mondo corre ad armarsi, non avvertiamo altrettanto impegno nel ricercare terreni di dialogo e
pace.
A forza di parlarne, facciamo l’abitudine alla parola guerra
e alla parola inevitabile. dobbiamo reagire e dobbiamo farlo subito, dobbiamo
chiedere di fermare questa escalation.
Le guerre appaiono
inevitabili, lo appaiono sempre quando per anni non si è fatto nulla per
evitarle. Gino Strada
Oggi è il 25 aprile, qui in Italia nel 1945 era arrivato
finalmente il momento in cui si poteva festeggiare la Liberazione dal nazismo e
dal fascismo e tornavamo a pronunciare le parole libertà e pace; oggi è il momento giusto per rimettersi tutti
insieme in marcia per la Pace, Se non
ora quando
Nessuno in questo macello può quindi permettersi di stare a
guardare, di mettersi in attesa, ognuno deve svolgere il suo ruolo, che ci è consentito dalla
Democrazia conquistata e sancita quel 25 aprile 1945
• Ai Cittadini,
associazioni, intellettuali anche quello
di essere pungolo per la politica e per la diplomazia, per costruire un mondo
di pace; senza per questo essere additati di chissà quali gravi colpe
• all’informazione
quello di essere, soprattutto in un momento così difficile, fonte di verità, non deve prestarsi alla
propaganda, che in ogni guerra è un’ulteriore arma, o a cercare di produrre
divisioni irreali.
• alla
politica spetta fare le scelte, che in un momento così drammatico, devono
essere coraggiose e lungimiranti, perché
le scelte di oggi non solo incidono sulla vita di donne uomini oggi, ma mettono pesanti ipoteche sulle future generazioni.
La guerra può essere decisa da pochi, la pace suppone il
solidale impegno di tutti.
(Papa Giovanni Paolo II)
E’ la pace che si difende non arrendendosi, e il coro della
pace non si arrenderà, e continuerà a chiedere rispetto, perché si lotta per la
pace anche così, ristabilendo relazioni corrette e leali,
• ma
soprattutto dobbiamo abolire la violenza sotto ogni forma, quella fisica,
quella verbale, quella disonesta delle mistificazioni e quella dei vigliacchi
leoni da tastiera.
“Violenza e non violenza non cadono dal cielo e nemmeno da
Hitler e Gandhi: sono sempre in mezzo a noi. Lidia Menapace - allora la
dobbiamo riconoscere ed isolare, dobbiamo allontanare la tentazione di
utilizzarla, tutti.
Ho pensato tanto ieri a cosa dire qui stamani, per ricordare
degnamente il 25 aprile, ho pensato che
il modo migliore fosse quello di farcelo raccontare da chi lo ha vissuto, vi leggo
questa breve testimonianza di Vanna Vaccani, partigiana, che ci racconta
il suo 25 aprile 1945
Mi trovavo in carcere ad Albenga, quando il 24 aprile,
attraverso l’inferriata della cella mi giunsero all’orecchio e si protrassero
per ore, rumori di motori, vocii, urla, ordini; capii che stava accadendo
qualcosa di grosso, Ci fu silenzio, poi una voce anonima gridò: «i fascisti
sono scappati su per il Cisano, liberiamo i prigionieri!».
Il cigolio della porta della mia cella che si apriva era in
quel momento una musica meravigliosa che risuonava alle mie orecchie e
soprattutto nel mio cuore. Quel giorno di primavera, 24 aprile, uscivo dalla
prigione con su di me i segni terribili e indelebili morali e fisici del mio
periodo di carcere. Ritornavo libera infettata dalla scabbia, martoriata ed
angosciata nell’animo; tornavo a Savona,
alla mia casa. Dentro di me c’era timore e tristezza perché sapevo ciò che vi
avrei trovato ed infatti la mamma stava seduta su una sedia (la rivedo come
fosse oggi) senza parole al di là del dolore, ferita a morte dal crudele
assassinio di mio fratello Franco di 18
anni. Nella mia casa non si poteva gioire della riconquistata liberta […].
Attraverso la finestra mi giungevano i canti della Liberazione e l’aria che
profumava di libertà. Quel 25 aprile io ero idealmente nella piazza felice e
partecipante ma vivevo un’atmosfera di
angoscia e di disperazione.
Anche noi, quest’anno, in questa piazza di festa avvertiamo
l’atmosfera di angoscia che l’eco della guerra offusca.
Le voci dei nostri partigiani,che ci hanno accompagnati in
tutti questi anni ci stanno lasciando,
ma queste memorie le dobbiamo tenere ben strette, sono state le
sentinelle della pace fino ad oggi, sono state il monito contro la guerra, sono
state il sogno diventato realtà, la forza, la speranza, per costruire, dopo le macerie, un futuro
dove la guerra fosse ripudiata.
Ecco che quelle memorie, quei sogni, quell’esempio
costituiscono ancora oggi la risorsa
necessaria per continuare a non abbandonare quel sogno. Quelle memorie ci
devono accompagnare nella costruzione del nostro futuro, ci sono
necessarie.
“La pace è un sogno, può diventare realtà… Ma per costruirla
bisogna essere capaci di sognare.” Nelson Mandela
Gli anni passano, abbiamo festeggiato tanti anniversari di
questo giorno, abbiamo piano piano lasciato alle spalle quella sofferenza che
Vanna descriveva, e piano piano ce ne
stiamo dimenticando. Spetta a noi non permetterlo, spetta a noi mantenere
viva quella memoria, quelle voci, e consegnarle vive ai nostri ragazzi.
Perché ora è su di loro che dobbiamo investire.
Passare il tempo a costruire arsenali anziché diffondere
libri e investire sull’istruzione è deleterio, forse letale, per la nostra
specie. Gino Strada
Chi ha tempo non aspetti tempo, l'arma vincente per
costruire la pace è investire sull’istruzione; iniziamo mettendo nelle mani dei
nostri ragazzi le nostre memorie belle coie quelle di questa giornata; non
soffochiamo i loro sogni, investiamo nella scuola, nella cultura, nel lavoro,
nei diritti. Dobbiamo riarmarci ma di speranze, insieme a loro.
Nelle guerre lo sappiamo bene le prime vittime sono bambini,
sono ragazzi, intere nuove generazioni spazzate via, o destinate a coltivare
odio e vendette.
Ne ho letta una ne avrei potute leggere molte, tutte dicono no alla guerra. Impariamo ad ascoltare i ragazzi, non soffochiamo i loro sogni le loro speranze, non abbiamo nessun diritto di ipotecare la loro vita e distruggere il nostro mondo, pieno di meraviglie, come ci ricordano.
Battiamoci per proteggere e curare la nostra terra insieme a
loro, battiamoci contro la guerra e per costruire un mondo di pace, onoriamo
così il 25 aprile di quest’anno e degli anni futuri.
Buon 25 aprile a tutti noi.