mercoledì 6 aprile 2016

Anche da Prato si chiede VERITÀ' e GIUSTIZIA per GIULIO REGENI!

A due mesi dal ritrovamento al Cairo del corpo del ricercatore italiano - Giulio Regeni -, come in tutta Italia molti cittadini hanno spontaneamente partecipato all’appello ripreso dall'ANPI provinciale di Prato e da altre associazioni, e rilanciato a livello nazionale da Amnesty International, con la campagna organizzata per chiedere VERITÀ’ e GIUSTIZIA per GIULIO REGENI!
Dopo le proteste di piazza Tahrir e la rivolta di un popolo coontro il regime corrotto di Mubarak, l'esercito ha installato oggi un un regime ancora più inetto, autoritario e repressivo verso poveri e lavoratori, che ha ridotto ancora di più i margini di libertà a danno di tutte le forme di organizzazione politica e sindacale. Anche Giulio Regeni è stato vittima di questo sistema intollerabile di annientamento sistematico delle opposizioni. Le ricerche di Giulio, il suo studio appassionato dell’organizzazione popolare e delle forme di sindacalismo indipendente ne hanno fatto un bersaglio.
Siamo sconvolti per quello che è successo il 25 gennaio al Cairo - anniversario dalla destituzione del presidente Mubarak – con il sequestro e la reiterata tortura del nostro coetaneo e concittadino Giulio Regeni, gettato il 3 febbraio sul ciglio dell'autostrada dopo giorni di sevizie metodiche.
Uno Stato di diritto che porta avanti battaglie civili democratiche non può permettersi di anteporre interessi economici e commerciali – l’Italia è infatti il primo partner commerciale europeo per l’Egitto – alla tutela e alla giustizia dei suoi cittadini.
I tentativi di depistaggio e le versioni contrastanti delle autorità egiziane, insieme ai segni di torture reiterate sul corpo di Giulio ci impongono di mantenere vivo e costante l’impegno per una verità accertata e riconosciuta in modo indipendente, da raggiungere anche col prezioso contributo delle donne e degli uomini che in Egitto provano ancora a occuparsi di diritti umani, nonostante la forte repressione cui sono sottoposti. La reticenza su questo crimine vuol dire esserne complici e serve invece fermezza nel rifiutare qualunque arrendevolezza.
Ad accomunare i due stati sulle sponde del Mediterraneo non è soltanto il mare purtroppo, ma anche l’assenza di una legge che vieti le pratiche di tortura, più volte richieste anche in Italia dall’associazione Antigone e da Amnesty International, che nel caso del raid alla scuola Diaz di Genova durante il G8 del 2001 parlò della “più grande sospensione dei diritti umani in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”.
Crediamo che il governo italiano debba mettere in campo tutti gli strumenti della diplomazia, a cominciare dal ricorso alle risoluzioni multilaterali in sede di Unione Europea e di Nazioni Unite, che fino ad oggi non sono mai state prese in considerazione. Chiediamo alle istituzioni locali di manifestare pubblicamente lo schieramento del Comune di Prato e degli altri comuni della Provincia con l'esposizione di uno striscione in solidarietà alla campagna.
Siamo consapevoli che le poche armi a disposizioni per portare avanti questa battaglia insistono sul commercio e sugli affari, perciò vogliamo ribadire che l'Egitto è un paese militarizzato e insicuro, per i suoi cittadini e per gli stranieri che vi si recano in visita, e lanciamo una campagna di boicottaggio del paese come meta turistica per le prossime vacanze.